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Avventure di un prof

Iniziate per caso, continuate per recidiva: le esaltanti(?) avventure (ma fa davvero?) di un professore (o che si crede tale) dal suo primo giorno di scuola fino al pensionamento (costui è pazzo).

In rigoroso ordine inverso. Se è la prima volta che le leggete cliccate sulla parola scrutinio. C'è anche il prequel, per il quale vi basta cliccare sulla parola curricoloverticale.

S2 E2 - "La genialità di Carlo Magno"

"Prof, ha scritto missili Dominici"
«Ho scritto missili Dominici!?»
«Ha scritto missili Dominici!»
«Eh beh perché erano così solerti che nel feudo ci arrivavano... a razzo!».
Ba-dum-tsi, risate generali, battuta d'uscita.
(Sì, non sanno cosa voglia dire "solerte").

La prova provata, rigorosamente in minuscola carolina.

S2 E1 - "Telepromozioni Longobarde"

È quella che io chiamo la "Classe di Dio" perché, qualche tempo fa, siamo partiti parlando dell'inquinamento dei gas serra e siamo arrivati a chiederci se Dio esista oppure no. Comunque, ora di Storia:
«Gregorio Magno riuscì a convertire al cattolicesimo chi?»
«La regina Teodolina».
«Chiedo scusa, non ho capito la seconda parola».
«Teodolina».
«Teodolina? TeodolinDa!».
«Ah sì sì!».
«Anche perché Teodolina sembra il nome di un prodotto per la casa: "Teodolina la spazzolina!"».

Teodolina pubblicizza la sua nuova spazzola

S1 E12 - "Ride bene chi esce da scuola"

“Le jeux sont fait, rien ne va plus" esclamo uscendo dalla scuola nel silenzio assordante della fine della ricreazione, quando ormai tutti fanno per rientrare in classe, mentre io, detentore delle (solo per oggi) sacre 8 ore, posso uscire. Lo sconto di pena, praticamente.

Oltrepassato il cancello, un gruppo di tre ragazzi di età compresa fra i 14 e i 16 anni mi si fa incontro:
«Ehi, c'è qualche prof vecchio?» esclama uno dei tre con il dito puntato verso il plesso.
«Un momento» replico interdetto «cosa intendi dire con "Prof vecchi"?».
«Ah beh, prof che avevamo quando venivamo a scuola qui» risponde; poi aggiunge le uniche parole che non mi sarei mai aspettato di udire:
«Tu, per esempio» guardandomi negli occhi «quali prof hai?».

Pausa.

Lo fisso, trattenendo la risata:

«Oh no! Io sono un prof!» esclamo tentando di darmi un tono.

E senza neanche dar loro tempo di replicare, mi volto e mi avvio per la strada, ripetendo «"Ma quali prof hai"?! Ahahahaha! "Quali prof hai!?"».

Si conclude qui la prima stagione delle “Avventure di un prof”.

Al prossimo anno. Alla prossima scuola. Non saremmo andati troppo lontani, eppure sì.

S1 E11 - "Vaticini inaspettati"

Ci avviciniamo al finale di partita. Sono nella Base e sto spiegando gli Etruschi.

«Ah, ma quella è la tomba dei Leopardi!» esclama il mitologico Gruppoclasse vedendo la slide (solo Zeus Tonante sa come costoro non riescano a ricordare il nome del fiume più importante della Toscana ma riconoscano un'anonima tomba etrusca da un affresco).

Il discorso cade sulle modalità di divinazione etrusche: budella di pecora, fulmini e tutta la baracca. Il Gruppoclasse annuisce, come se l'esame di Etruscologia l'avessero dato loro.

«Sono contento che sappiate già, almeno il prossimo anno non faticherete».
«Ma prof, lei il prossimo anno ci sarà?» chiede il Gruppoclasse.

Alzo le mani:

«Eeeeeeh, ragazzi: io vado dove mi porta il vento!».

In quell'esatto istante, tiresico presagio, le doppie porte spalancate della classe vengono sonoramente chiuse da una ventata d'aria calda. Rimango interdetto, la classe ride.

«Ah! Ecco, gli dei han parlato!».
E senza budella di pecora.

(Stupidi etruschi).

io che, davanti alla porta della classe, comprendo interdetto il vaticinio ventoso.

S1 E10 - "A pranzo topi morti!"

Ricreazione nella Gang del Bosco (il nome è scelta loro). Tra cori urlanti e improbabili pittogrammi rupestri alla lavagna scorgo di lontano Pindaro (il suo nome è quello di un altro poeta greco) concentrato su un tubo d'acciaio laccato di nero: non capisco, che razza di merenda è?

«Pindaro! Che cosa stai mangiando?».

Pindaro alza gli occhi meravigliato, un po' all'Armando Feroci quando entra in sala col caffelatte in mano, mi trova con lo sguardo nella giungla ululante della ricreazione e lentamente annuisce tutto contento.

«Prof, ho gli spaghetti. Al pomodoro!» e tira su ben visibile una forchetta lucida e lucente, con la quale si arrotola un pugno di pasta al sugo.

Scioccato da questa rivelazione mangereccia, gli do l'unica risposta possibile:

«Pindaro! Spaghetti alle 9 e mezza di mattina, a pranzo topi morti!».

Non capisce bene la battuta, ma non importa: egli ha la sua pasta al sugo.

E tanto basta.

“Va! Ridendo e scherzando siamo arrivati a fine ricreazione...”
“Si, ridendo e scherzando, Ridendo e divorando, altro che!”

S1 E9 - "Deus Ex Machina"

Sono nella Gang del Bosco e sto interrogando Scricciolo, che chiamo così perché è già tanto che la sua testa riesca a sbucare dal banco quando è seduto.
«Allora, Scricciolo, parliamo del Ciclo dell'Acqua: da dove nasce la pioggia?»
Scricciolo ci pensa un attimo e poi, indicando il cielo con l'indice, serissimo, con tutta la solennità del suo metro e dieci, esclama:

«La pioggia viene da Dio!»

Inshallah!

S1 E8 - "L'école c'est moi!"

Un’avventura. Una catarsi.

Tempo di scrutini, quel "meraviglioso" momento in cui tutto diventa, ahinoi, un numero e i ragazzi magicamente si trasformano in angeli per almeno due settimane. Poi si torna alle Malebolge.

Dunque, primo scrutinio da coordinatore della mia vita, dopo due mesi di insegnamento.

Sono le 16.55. Allestisco bel bello il mio portatile in sala informatica, sistemo con maniacale ordine i fogli con le istruzioni sul tavolo e metto le cuffie. Apro Google Meet e gli altri prof si collegano uno alla volta.

Inizio a snocciolare ad alta voce i voti sui tabelloni, i giudizi descrittivi e tutta la baracca, con le eventuali modifiche del caso.

Ora, dovete sapere questo: il sistema che gestisce i tabelloni di voto è particolarmente sensibile. Alla prima oscillazione della connessione si rischia di perdere tutto il lavoro fatto, motivo per il quale i salvataggi (anche automatici) sono molto frequenti. Non succede spesso, ma è l'incubo di ogni coordinatore.

Non serve dirvi cos'è successo dopo...

La connessione non salta, ma inspiegabilmente il tabellone non salva più. Da venti minuti. DA VENTI MINUTI. Segue panico generale, fra "Oh ma sbrighiamoci che io ho altri scrutini in un'altra scuola" e "Ma quelle medie non sono mie: il tabellone è tutto sbagliato!": intanto il Prof Oak (lo chiamo così perché mi ricorda troppo quello dei Pokemon) insiste a chiamarmi Marco perché mi confonde con un altro e mi continua a dire di cambiare qualche voto, mentre io gli ripeto per tipo 4 volte che non è quello il mio nome e che il sistema è in crash. Volano imprecazioni.

Sono le 17.35. Abbiamo 30 minuti di ritardo. A scuola siamo rimasti io, la Preside e la Segretaria del Consiglio di Classe. Paura e delirio a Las Scolas, insomma.

Di impero, la Preside mi dice di trasferirmi nel suo ufficio. Mi fiondo con tutta la baracca in mano seguito a ruota dalla Segretaria con tutte le scartoffie. Lo scrutinio deve essere rifatto da capo.

Sono le 17.50. Riinizio a leggere a perdifiato ogni giudizio, ogni voto, cercando di dirimere le contese fra quanti preferiscono "lieve progresso" a "essenziale progresso".

Sono le 18.30. Lo scrutinio è finito e io crollo sulla sedia del Dirigente cotto come una porchetta. La preside mi guarda ed esclama: «Ma come Professor Cocon? Due mesi di supplenza e già mi ha fregato il posto come Preside!?».
Rido e le rispondo:
«Me ne dia altri due, Preside, che pensavo di diventare Presidente della Repubblica!».

Sipario, tutti a casa.

Io che mi atteggio a Re del Mondo Scolastico mentre faccio lo scrutinio dal Pc della Preside

S1 E7 - "Ti sei-smòs!"

Sono nella Base (la chiamo così perché sono stati la mia primissima classe) e sto spiegando un argomento particolarmente sentito, in tutti i sensi, in questi giorni: i terremoti!
"Sapete, per misurare l'intensità di un terremoto si usano i sismografi, perché in greco σεισμός (seismòs) vuol dire terremoto".
E fin qui è facile, adesso bisogna fare in modo che se lo ricordino. Glielo faccio scrivere? Mmm... Glielo ripeto almeno quindici volte mettendolo in ogni frase che dirò? Nah... Poi, il lampo di genio (cos'è il genio? Fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione):
"D'altronde è un termine facile da ricordare, ragazzi: sembra un'esclamazione in dialetto: ti sei smòs? Sì, colpa del terremòt!".
Risate generali, questa non se la scordano più.

Vaso raffigurante una partita a "un due tre stella!" nell'antica Grecia, opera del pittore della scuola (media).

S1 E6 - "Basi di Erbologia"

Oggi l’agguerrita ciurma della Nave sta studiando le coste della Spagna, che sono l'emblema di eclettismo geografico per la loro varietà.
«Ricordate la grande suddivisione: coste alte...»
«...e rocciose, basse e sabbiose!» mi risponde un coretto annoiato.
«Vedo che ricordate bene: sono i cliché della geografia, un po' come le barbabietole da zucchero».
Tralasciando la parola "cliché" che nelle loro menti viene archiviata nella cartella "sanscrito", una platea di sguardi mi guarda incuriosita.
«In che senso le barbabietole da zucchero?» chiede Grease.
Sono sbigottito.
«Ma come ragazzi? Non avete mai notato che per ogni Stato del mondo vi è una sola grande certezza, salvatrice di interrogazioni? Che in quello stato si coltivano barbabietole da zucchero!"
«Ah, non lo sapevamo!» risponde occhioni spalancati Grease.

Ma dico io, le basi! Cosa insegnano a 'sti ragazzi a scuola!?

Che poi voi sapete com'è fatta una barbabietola da zucchero? Di seguito foto e definizione dell'esimio Professor Paciock, già ordinario di Erbologia.

Tratto da "Guida base all'Erbologia per Babbani"

S1 E5 - "Dasvidania tovarish"

Nella Nave (episodio 3) abbiamo finito da poco di studiare le aree linguistico-religiose dell'Europa.
«Ragazzi, quindi quali sono queste tre aree culturali dell'Europa?»
«Eh prof» sbraita il Gruppoclasse, mitico mostro primordiale dalle sonorità perfora-timpani «Le tre grandi aree culturali sono la zona latina, quella anglosassone e poi...»
«E poi?» chiedo con trepidante aspettativa.
«E poi prof» urla Billie Joe Armstrong (non vi spiego nemmeno perché lo chiamo così) «poi c'è l'Unione Sovietica!»

Non ho potuto non pensare a questo video...

S1 E4 - "L'insostenibile leggerezza degli anni"

Vi svelo un segreto: alla mattina la scuola la apro io. Arrivo alle 7.20, insieme al Sole (sotto, la prova, nonché ottima scusa per pubblicare una foto caruccia) per esigenze trenitalistiche.

Poco tempo dopo aver preso servizio, mi capita questo. Sto salendo svogliatamente e ciondolamente le scale della scuola per andare ad aprire l'aula insegnanti, quando la bidel... la facente parte del personale ATA mi ferma con fare intimidatorio:

«Dove stai andando tu?»

Interdetto e addormentato la guardo interrogativa:

«Sono un prof... in aula insegnanti?»

Lei sbigottita mi fissa:

«Ah!» esclama alla fine «Pensavo fossi uno dei ragazzini!» e se ne va.

Che faccio, lo prendo come un complimento?

L'insostenibile leggerezza post-Trenitalia

S1 E3 - "Esotiche globalizzazioni"

Sono nella seconda seconda (non è una dittografia, filologi), detta anche "La Nave", nome derivato dalla conformazione dell'aula risultato della fusione di due stanze e obbrobrio architettonico di lunghezza e larghezza all'interno del quale ci sono studenti che non ho ancora visto in faccia tanto sono lontani.

Dicevo, sono nella seconda seconda e sto spiegando (o almeno tento, sono caciaroni molto assai tantissimo) la globalizzazione, il mostro sacro del capitolo per difficoltà esplicativa. Anzi, non stanno capendo proprio il concetto base: mi rendo conto che non sono riuscito a trovare un esempio concreto. Sono in trappola!

All'improvviso Grease (perché mi ricorda la protagonista del musical omonimo) si alza in piedi e fa (urlando perché è l'ultima in fondo):

«Prof, ma la globalizzazione è tipo la pizza con l'ananas»

Pausa generale, gli ingranaggi sinaptici lavorano.

Poi, la luce!

Oh tripudio gastronomico, oh gioia partenopea! oh gaudio hawaiano! Il blocco sparisce, le menti si aprono: è vero!

La globalizzazione è una pizza con l'ananas!

(Ovviamente ha fatto seguito un "Ma che schifo" generale, eh...).

Il riassunto della lezione.

S1 E2 - "Il Complottista venuto dal Grande Nulla"

Sto agevolmente spiegando ai ragazzi di seconda media (sì, quelli della Relatività) il concetto di sovranità, con evidente riferimento alla politica italiana.
«Stampatevi in testa questo ragionamento: il popolo vota i propri rappresentanti, cioè i politici, chiamati poi a fare (se uso la parola promulgare, svengono) le leggi».
D'improvviso spunta dalla porta il rubicondo faccione di un uomo sulla cinquantina, capelli brizzolati lunghi fino al collo e pelle temprata dalle lunghe notti consumate al freddo durante il confino, novello Solženicyn, nella taiga siberiana:
«Eh!» pausa enfatico-esclamativa con tanto di dito puntato in alto come ad indicare "quelli là" e impeto demagogical-declamatorio «Ma quando ci fanno votare in questo paese?».
Ride e scompare. Dietro di lui solo una leggera scia di freddo: non della taiga siberiana, quello dell'imbarazzo.
Le orbite scolpite dei ragazzi girano all'unisono dalla porta su di me.
«Chi era quello, prof?» chiede BH (contrazione di "Black Humor" nomignolo mentalmente affibbiatogli dopo una pessima battuta che ho stroncato con amaro disappunto).
Occhi sgranati, sorrido alla classe e con tutta la solennità che mi è possibile accumulare nella voce esclamo:
"Andiamo avanti, che è meglio".
Un prof? Un bidello? Un genitore convocato? La coscienza astrale di Beppe Grillo?

Non sapremo mai chi fosse il Complottista venuto dal Grande Nulla…

I Poteri Fort... il Consiglio di Classe che valuta la sua prossima, perfida mossa.

S1 E1 - "Tempo di lezioni"

Oggi puntata filler.

Preparare la lezione di Geografia riguardante le forme di governo è argomento delicato, bisogna farlo con grande attenzione e il giusto background. Speriamo che venga fuori una cosa Aladeen.

"Che fa, metà assolutismo colpa mia!"

S1 E0 - "Il Geografo"

Prima lezione. Dopo la presentazione, iniziamo a parlare del concetto di barriera fisica e astratta in geografia; domanda di uno studente:
«Prof, ma la militarizzazione della Normandia da parte delle forze tedesche nella Seconda Guerra Mondiale può essere considerata come barriera fisica di divisione fra stati?» Sono una 2° media. Di questo passo fra due mesi parleremo della Relatività Generale...

(Comunque la risposta è no).

Io che osservo la classe e capisco che forse dovrò ripassare la relatività generale per le prossime lezioni

Cronache di un Tirocinante

Questa parte raccoglie le ben più antiche (e ingenue) "Cronache di un Tirocinante", prequel spirituale delle Avventure nei mesi passati al Liceo Linguistico della sua città. Anche queste in rigoroso ordine inverso, ma non vi metto nemmeno il tastino-linkino per arrivare in fondo: sono solo 4!

Cronache di un Tirocinante, E4 - "Omnia fert aetas, etiam tirocinium..."

"Omnia fert aetas, etiam tirocinium..." (Pseudo-Virgilio)

Ultimo giorno (sic!).

L'ansia sale perché oggi l'interrogazione di latino, quella tosta sulla III declinazione, la tieni tu, tutta l'ora; la prof finge di non esserci. Entri in classe col piglio spavaldo di quelli che si sono tradotti almeno una commedia di Plauto (a pezzi sparsi, beninteso).
Ma ti allontani dalla cattedra quando ti rendi conto che è attorniata da un drappello di persone che "firmano qualcosa". Fai per andartene, fingi di non aver capito, esci dalla porta.
Poi ti dicono che puoi rientrare.

Conclusione: foto ricordo della classe, con annesse firme e commenti (a voi una lacrimuccia digitale!). Ne riporto solo uno, in barba alla hybris e alla nemesi celestiale:

"Prof, sei bravo a spiegare Epica"

Signori e Signore, Odisseo ce spiccia casa...

(La seconda dicitura chiosava: "Sia più gentile con i voti": soprassediamo...)

Ordunque, qui finiscono le Cronache del Tirocinante. Ma non disperate, miei cari venticinque lettori, forse un giorno, chissà, lontano, giungerà la seconda stagione, proseguo della storia, dal titolo:

Avventure di un Professore...

Cronache di un Tirocinante, E3 - "Imperium"

Dopo un mese di immersione nella scuola italiana ho capito la vera differenza fra un professore e un tirocinante. Un assunto fondamentale su cui si basa tutto il sistema gerarchico della classe e che decide il vero detentore dell'imperium cattedristico.
Fare lezione? No. Interrogare in latino? Neppure. Correggere le verifiche? Suvvia. Decidere i voti dello studente? Non scherziamo.

No...

Il potere sommo risponde all'unica domanda periodicamente ripetuta da qualsiasi studente fin dalla notte dei tempi, una cantilena arcaica e precisa che esprime tutto il disagio fisiologico del corpo, cristallizzata nell'interrogativo assoluto:

«Professore / posso andare in bagno?»

La classe si ferma, fiato sospeso in gola: il professore guarda negli occhi lo studente e alza la mano, come a voler concedere il favore imperiale. Nella sua risposta il destino del condannato, la grazia al gladiatore. Infine, esclama:

«Sì / vai pure»

Lo studente si alza, annuisce lento col capo in segno di rispetto e fugge, prima che il sovrano cambi idea, dimentico che è tempo dell'interrogazione.

E il tirocinante assiste impotente a questo rito arcano. E tace.

Carlo Magno regge i simboli del potere imperiale: il water bianchigeno e lo spadone-spazzolone.

Cronache di un Tirocinante, E2 - "Tremori"

È ben difficile interrogare quando il pavimento e i padiglioni auricolari vibrano perché al piano di sotto infuria la tempesta percussionistica dell'utimo suonatore di tamburo azteco vivente (azteco il suonatore, non il tamburo...).

Cronache di un Tirocinante, E1 - "Alcolismi linguistici"

Durante la lettura in classe dei Promessi Sposi, arrivati alla pagina in cui si parla dei birri, lo studente Paolo Volponi (per la privacy sarò costretto a cambiare i nomi e nel farlo sfrutterò quelli di scrittori famosi) domanda:

«Ma se esistevano i birri, c'erano anche i fanti e i coca-coli?».

Seguono insulti generali diretti al fine umorista.

E comunque, detto fra noi, i fanti esistono: scacco matto, Paolo.

Io che invito caldamente Paolo ad uscire dalla porta della classe.