Torna all'Indice

"The Prestige": quando un film diventa un gioco di magia
(Vivace con spoiler)

Nel film del 2006 "The Prestige", diretto da Christopher Nolan, c'è una sequenza che dura poco meno di un minuto, nella quale i due giovani prestigiatori protagonisti, Angier (Hugh Jackman) e Borden (Christian Bale), assistono allo spettacolo di un illusionista cinese per tentare di scoprire il segreto della misteriosa apparizione dal nulla di una grande boccia per pesci. Il prestigio sembra essere irrisolvibile: il mago cinese non usa assistenti, non usa macchinari nascosti. Come può produrre (questo il gergo tecnico per "far apparire") l'oggetto?

Da qui in avanti, se non hai visto il film e intendi farlo, fermati, perché parlerò del sorprendente finale di questa pellicola; altrimenti, prosegui pure.

Una delle locandine del film: già qui è svelato il trucco…

Borden, però, ha capito. Il vecchio mago cinese nasconde la boccia per i pesci in mezzo alle gambe: com'è possibile? ribatte Angier, un oggetto di tali dimensioni lascerebbe intuire la sua assenza quando non portato addosso. Borden ribatte: non si nota la sua assenza perché l'anziano illusionista cinese deforma la sua camminata, zoppicando, anche al di fuori dello spettacolo perché essa appaia uguale a quella che è costretto a seguire quando porta la boccia dei pesci. È in questo momento che Borden, nascostamente, svela il finale dell'intero film.

È soprendente! Un uomo, per proteggere il proprio segreto, porta il proprio personaggio al di fuori della scena, fa sì che la farsa continui anche nella sua vita, sacrificando parte di essa. È un concetto che Angier non può capire, ma Borden sì, perché anche lui cela lo stesso segreto. Solo sul finale si scoprirà che egli ha un fratello gemello del tutto identico a lui, con il quale si alternava nella vita di tutti i giorni (un giorno uno dei due si nascondeva sotto i panni dell'impresario Bernard Fallon e il giorno dopo si scambiavano): così facendo la maggior parte dei numeri di illusionismo, fra i quali spiccava il "trasporto umano", sembravano non avere una spiegazione razionale, perché nessuno avrebbe mai immaginato che Borden avesse un gemello. I fratelli vivevano due vite diverse ma uguali, separate ma unite: tutto, pur di proteggere il loro segreto, fino ad arrivare a sacrificare la loro vita amorosa (quando si scambiavano, la moglie di uno dei due capiva che "in quel giorno il marito non la amava"), ma non quella della figlia: è questo il limite che Angier supera, arrivando a strappare la piccola dalle cure del padre, e Borden invece no.

Qui sta il genio nella sceneggiatura: nella piccola scena della spiegazione del trucco della boccia per i pesci viene già svelato il finale dell'intero film, ma viene fatto in modo tale che nessuno possa accorgersene, in modo tale che ognuno di noi guardi altrove (il cinese al posto di Borden). Come quando un mago fa sparire una moneta: siamo convinti che la moneta sia lì, che il prestigio debba ancora avvenire, ma abbiamo torto, perché il trucco è già avvenuto grazie alla grande capacità di distrazione del mago, che ci ha fatto "guardare dall'altra parte". Tutto il film diventa così un lungo ed elaborato gioco di prestigio, fatto di specchi e fumo negli occhi, fino ad arrivare alla sorprendente rivelazione finale: solo allora, forse, ricorderemo la vecchia spiegazione di Borden sulla boccia dei pesci e capiremo che il trucco, dopotutto, è stato sempre sotto i nostri occhi…

E, come si era soliti concludere i film di 007 qualche tempo fa: "The Prestige" tornerà in "La morte di un finto cinese"…